L’impatto visivo di chi arriva per la prima volta in Cansiglio è paragonabile alla sensazione del respiro profondo che segue un momento di apnea. Si arriva in un altopiano ondulato da una strada adorna di faggi, abeti e mari verdi di curatissimi prati.
La particolarità del Cansiglio è proprio la sua vegetazione, dovuta a un microclima particolare, caratterizzato da un’inversione termica marcata. Questo fa sì che le temperature più fredde siano in basso, dove troviamo le conifere, e in alto ci siano temperature più miti e latifoglie.
Camminando all’interno del bosco si possono scorgere piante rare ma anche e soprattutto faggi, abeti rossi e bianchi.

Foto di Enrico Breda concessa da unsplash.com

In Cansiglio la neve non si fa certo desiderare: scende copiosa e regala agli appassionati un ventaglio di possibilità davvero ampio. Ci sono sentieri facili, da percorrere con le ciaspe o a piedi, o dorsali da risalire con le pelli di foca.
Alcune escursioni sono ormai diventate dei classici per gli abitanti della zona e anche per i turisti che arrivano da fuori.
Per chi arriva in Cansiglio tra la metà di settembre e la metà di ottobre c’è la possibilità di udire un suono molto particolare all’interno del bosco: il bramito dei cervi in amore. Un verso profondo, quasi un lamento selvaggio. A volte è intermittente, altre più continuo; si diffonde per tutta la piana, soprattutto all’imbrunire, quando i cervi escono dalla foresta per recarsi nei pascoli. Questo fenomeno richiama naturalisti e appassionati che tuttavia potrebbero rimanere delusi, visto che il rumore della presenza umana fa sì che il cervo non esca dal bosco.

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Ftoto di Alessio Furlan concessa da unsplash.com